AGATA E IL SUO PICCOLO MOSTRO

PRODUZIONE: Oltreilponte Teatro
UNO SPETTACOLO DI: Fabiana Ricca, Beppe Rizzo
CON: Fabiana Ricca
GENERE: Narrazione e teatro d’oggetti
PUBBLICO: Famiglie e bambini dai 4 anni
Spettacolo ideato all’interno del progetto DNA – Drammaturgie Non Allineate – promosso da Unoteatro Torino
DEBUTTO NAZIONALE:
Aprile 2016, Festival ‘Giocateatro’ – Vetrina di Teatro per le Nuove Generazioni, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, Torino

Agata è la più bella, brava e intelligente del mondo. O almeno, lei si sente così. Ed è in questo modo che la vedono i suoi genitori, che la trattano come una regina. Quando arriva il primo giorno di scuola, Agata ci va convinta di trovarsi come a casa. Ma a scuola non ci sono re, né regine e i bambini sono tutti uguali. Ad Agata sale una rabbia mostruosa, che cresce ogni giorno di più, fino a prendere la forma di un mostro, il suo piccolo mostro.

NOTE ALLO SPETTACOLO

L’idea dello spettacolo nasce dalla lettura di un racconto per l’infanzia che vede per protagonista un bambino mingherlino ma con tanta voglia di crescere che, un giorno, quasi per caso, si trova per le mani un cucciolo di mostro impacciato e pauroso, e decide di prendersene cura. L’incontro e la relazione con qualcuno più spaventato di lui lo porta a scoprirsi coraggioso e “grande” e a riuscire laddove era fragile. Lo spunto di partenza è stato quindi quello di raccontare l’incontro, impossibile nella realtà, tra un bambino e le sue emozioni, che uscendo dal confine dell’interiorità prendono la forma di un personaggio in carne e ossa.
Dopo aver intrapreso un percorso di attività, durato un anno scolastico, con un centinaio di bambini della scuola dell’infanzia, per individuare e registrare reazioni e spunti sulla tematica delle emozioni e le sue valenze, si sono via via definiti alcuni aspetti che raccontano una parte della nostra contemporaneità di adulti e bambini e che sono confluiti nello spettacolo: la difficoltà per i genitori di saper essere guide autorevoli e al contempo figure d’amore, la criticità del passaggio dalla famiglia-nido al mondo esterno, e la problematicità nella gestione delle emozioni più pulsionali, quali per esempio la frustrazione e la rabbia.
Così è nato il personaggio di Agata, che di tutti noi incarna il desiderio narcisistico di onnipotenza e la malinconia per la perdita dell’attenzione esclusiva; hanno preso forma i personaggi dei genitori, che si ritrovano sempre a dire “sì” per timore delle conseguenze e perché “così si fa prima”; ed è nato il piccolo mostro, amico immaginario e iperbolico, spaventato e insicuro quanto Agata, che, come lei, si veste di boria e aggressività per riuscire a reggere il confronto col mondo.
Lo spettacolo racconta Agata nei suoi giochi solitari, il suo inserimento non facile a scuola, il conseguente momento di chiusura in se stessa, che coincide con l’incontro con il piccolo mostro, l’evoluzione della loro relazione sino a un momento di crisi, e si conclude con il ritorno a scuola di un’Agata più strutturata e pronta per il confronto col mondo reale.
Per Agata il punto nodale del cambiamento è rappresentato dall’amicizia con il suo mostro alter ego e proprio questo incontro, che la fa andare al cuore delle proprie difficoltà, diventa occasione di conoscenza e di crescita, percorso necessario per imparare ad aprirsi. Quasi a dire che solo scendendo nelle profondità dei lati bui dell’interiorità e prendendosene cura si diventa grandi. Saranno infatti Agata e il suo amico mostro, gli unici tra i personaggi della storia ad aver compiuto un percorso interiore, ad auto-educarsi e a superare le proprie paure. E sarà Agata, alla fine, a svolgere una funzione educativa anche all’interno del proprio nucleo familiare, trovando all’interno di se stessa le risorse per diventare grande e mostrandole ai propri genitori.

SCHEDA TECNICA

Durata dello spettacolo: 50 min. circa
Tempo di montaggio e smontaggio: 1 ora circa
Materiale certificato di compagnia: 1 radiomicrofono ad archetto con microfono a capsula; impianto audio con 2 casse acustiche e mixer; impianto illumonitecnica con 2 fari da 1000 W e dimmer.
Luogo dell’allestimento: all’aperto o al chiuso

In teatro

Spazio scenico minimo: larghezza 4 m. x profondità 3 m.
Quadratura nera: si
Luci: l’indispensabile per piazzato fisso bianco (in caso di indisponibilità la compagnia è autonoma)
Audio: impianto con diffusori + mixer (in caso di indisponibilità la compagnia è autonoma)
Presa elettrica: CEE 16 Ampere + presa 220 per la fonica
Carico elettrico: 3KW

In spazi non teatrali

Palcoscenico: non necessario.
Spazio scenico minimo: larghezza 4 m. x profondità 3 m.
Presa elettrica: CEE 16 Ampere + presa 220 per la fonica
Carico elettrico: 3KW
Oscurabilità: lo spettacolo è rappresentabile anche in assenza di buio teatrale

Numero di telefono di riferimento della compagnia: 339 5693396

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